Francesca Serio. La madre

Romanzo

Il romanzo racconta la vita di Francesca Serio, la contadina siciliana nata nel 1903 a Galati Mamertino, nei Nebrodi, madre di Salvatore Carnevale. Separatasi dal marito, con il figlio ancora in fasce, si trasferì con la sua famiglia a Sciara, nel palermitano, seguendo un flusso migratorio interno che in quegli anni portò migliaia di braccianti e contadini a lavorare nei feudi delle famiglie nobili palermitane. Alla ricerca di nuove opportunità e di un futuro per suo figlio, lei e suoi familiari trovarono lavoro nei terreni della principessa Notarbartolo, feudataria della nobile famiglia palermitana. Francesca non rifiutò mai nessun tipo di lavoro, anche il più pesante o poco adatto alle donne. Zappava la terra, mieteva il frumento, Caricava i sacchi sui muli, potava gli ulivi, raccoglieva olive, fave, piselli, carciofi. Ogni lavoro, pur di raggiungere il suo obiettivo, quello di essere autonoma e crescere il giovane Salvatore, anche lui, da piccolo, lavoratore instancabile. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, il giovane Carnevale, sull’onda degli ideali del socialismo, cominciò a occuparsi dei problemi dello sfruttamento dei lavoratori ad opera dei soprastanti a servizio della famiglia Notarbartolo. Grazie alla sua attività, in difesa dei contadini, dei braccianti, degli sfruttati, riuscì nell’intento di far applicare la legge di riforma agraria. Questo, però, causò la reazione dei mafiosi che videro venir meno il loro storico potere. Attraverso minacce e lusinghe cercarono di fermarlo senza successo. La mattina del 16 maggio del 1955, Salvatore Carnevale fu barbaramente trucidato mentre si recava al lavoro. Da quel giorno Francesca Serio sua madre, prima donna a denunciare apertamente la mafia, dedico la sua vita alla ricerca di verità e giustizia. Non esitò a denunciare le minacce ricevute al figlio dai mafiosi del paese e a indicarli come autori dell'assassinio. Il sindacato, i partiti della sinistra, resisi conto tardivamente dell’importanza delle solitarie battaglie di Carnevale, non fecero mancare il loro sostegno a Francesca durante i processi. Il giovane e combattivo Sandro Pertini, tra i primi a giungere a Sciara il giorno del delitto, non esitò a restare al fianco di Francesca, anche quando divenne Presidente della Repubblica. Dopo una prima sentenza che condannò all'ergastolo i 4 imputati, come spesso succedeva in quegli anni, i mafiosi furono assolti in appello e in cassazione. Ciò nonostante, Francesca, non attenuò mai il suo impegno, fino agli ultimi giorni della sua vita, alla ricerca della verità, in onore all’eroico sacrificio del suo amato Turiddu. L'autore ricostruisce le vicende in maniera puntuale, attraverso la voce della stessa Francesca Serio che nel romanzo narra le vicende che l'hanno vista coinvolta suo malgrado. I fatti, i personaggi, le circostanze, sono assolutamente reali. Uno spaccato della storia delle lotte dei contadini in Sicilia, i quali, spesso in solitudine, hanno pagato prezzi elevatissimi per affermare i più elementari diritti, contro lo strapotere padronale e mafioso. Una forma di racconto originale, in equilibrio tra fonti storiche e romanzo, che restituisce la dimensione più intima della vita di Francesca Serio, “Mamma Carnevale”, la madre coraggio, oggi, spesso, dimenticata.