Appuntamento a La Goulette

Le assenze senza ritorno dei 150.000 emigrati italiani in Tunisia
Saggio

Una storia di migrazione “anomala” quella dei 150.000 italiani che dalla metà dell'800 si trasferirono in Tunisia dando vita a una fervente comunità che contribuì in armonia con la popolazione autoctona allo sviluppo sociale e culturale del Paese. In un momento storico in cui si parla di emigrazione in termini di problema ed emergenza, è utile guardarsi indietro per recuperare i valori di integrazione e accoglienza.

La recente emergenza migratoria dai Paesi del Nord Africa, a cui è stata data ampia eco mediatica, ha di fatto acuito le problematiche nei Paesi di accoglienza, in Italia in particolare, fino al punto di generare veri e propri conflitti sociali nei luoghi di arrivo e, addirittura, veri e propri conflitti diplomatici tra diversi Stati membri della Unione Europea. Il testo nasce dalla volontà di voltare lo sguardo al passato e ripercorrere un periodo storico che ha visto migliaia di italiani protagonisti di un ingente flusso migratorio diretto verso le coste della Tunisia a partire dalla metà dell’Ottocento.

Una storia di migrazione “anomala”, poco conosciuta, testimonianza emblematica di integrazione pacifica, che ha dato vita a una comunità di italiani cattolici e tunisini musulmani, in uno scenario di vivace cosmopolitismo. Dopo i primi spostamenti di toscani, veneti, liguri, calabresi e pugliesi, il primato in termini di numeri e di permanenza sul luogo spettò ai siciliani, che insieme ad altri connazionali occuparono la zona costiera de La Goulette. Ancora oggi i siciliani vengono ricordati nel quartiere chiamato Petite Sicile, dove vissero fianco a fianco con la popolazione autoctona.

Pur nel rispetto delle peculiarità che ogni epoca storica porta con sé, Franco Blandi ha indagato questo segmento della Storia del nostro Paese con il proposito di arricchire il profilo storico degli italiani nel mondo, e soprattutto con l’auspicio di contribuire a generare percorsi di accoglienza e di integrazione più efficaci e rispettosi della dignità umana.